Il Duomo di Arezzo
La costruzione del Duomo di Arezzo risale alla seconda metà del 1200. Durò circa trecento anni in quanto l'ultimazione dei lavori avvenne nel corso del 1500. La facciata rimase addirittura incompiuta per secoli e fu ultimata solo all'inizio del 1900 in stile gotico su progetto dell'architetto Dante Viviani.
Il portale sul fianco destro, in stile romano gotico fiorentino, è datato nella prima metà del 1300, le colonne che l'affiancano sono invece resti di un antico tempio pagano preesistente.
L'interno, molto sfarzoso, è suddiviso in tre navate illuminate da suggestivi raggi di luce che filtrano attraverso le vetrate dipinte da Guillarme Marcillat, più noto come Guglielmo da Marsiglia (La Châtre, 1470 – Arezzo, 1529), pittore francese noto soprattutto per avere trasformato l'arte della vetrata da essenzialmente decorativa in pittura vera e propria. Particolarmente suggestiva, quasi al fondo della cappella di destra, è la vetrata che chiude una bifora, nella quale è raffigurata la "cacciata dei profanatori dal tempio", considerata come uno dei capolovari di Marcillat.
A fianco dell'ingresso della sagrestia bisogna soffermarsi davanti al famoso affresco di Piero della Francesca raffigurante la Maddalena e risalente al 1465. A fianco il cenotafio (monumento sepolcrale che viene eretto per ricordare una persona sepolta in altro luogo) di Guido Tarlati, il quale, divenuto nel 1321 signore, attuò una abile strategia politica per l'autonomia della città e per l'indebolimento di Firenze. I sedici bassorilievi, realizzati su disegno di Giotto, illustrano appunto la vita e le opere di Guido Tarlati, divenuto poi anche vescovo di Arezzo. Oltre il cenotafio, una grandioso organo cinquecentesco, che è considerato la prima opera architettonica di Giorgio Vasari. |