La prima chiesa di Sorano, i cui resti si trovano sotto la pieve, è quella stessa che vide l'arcivescovo di Canterbury, Sigerico, quando pochi anni prima del Mille passò da Filattiera per andare pellegrino alla cattedra di San Pietro: la strada, priva di manutenzione, passava fra le case di legno del Borgovecchio. Nel 1168 arrivò a Filattiera l'imperatore Federico, detto Barbarossa, con la famiglia ed i resti dell'esercito distrutto dalla peste nell'assedio di Roma. Il Borgovecchio c'era ancora ma sulla collina di San Giorgio i marchesi Obertenghi avevano nel frattempo costruito, con robusti muri all'antica, una cinta tutto intorno al lungo sperone che si spinge verso il Magra, separato a monte da un fossato artificiale. Nel punto più elevato del castello c'era un'altra torre con un'ingresso di sicurezza a venti piedi dal suolo, e la chiesetta romanica di San Giorgio, che a poi dato il nome a tutto il sito. Nel resto del castello abitavano in nuove case di legno le famiglie dei vassalli e dei cavalieri del marchese. Quando l'imperatore si affacciò dalla torre verso Pontremoli, vide scintillare al sole i ferri degli scalpellini che costruivano la pieve romanica, dove venivano impiegate le ultime pietre della fortificazione bizantina. Chiamò quindi il marchese Malaspina e gli chiese se potesse raggiungere Tortona e la valle del Reno, senza passare per il monte Bardone(valico della Cisa), onde evitare uno scontro con i pontremolesi che avevano istituito un libero Comune ribelle. Il marchese rispose: che gli Obertenghi, fedeli feudatari dell'impero, avevano costruito quel castello per riattivare la porta settentrionale del territorio di Luni, dove già l'avevano fortificata i bizantini; che il marchesato si estendeva dalla sponda sinistra a quella destra del Magra, controllando perciò tutte le strade di Parma e di Genova; che esisteva un guado da Borgovecchio per San Benedetto di Talavorno, ove c'era l'ospedale dei pellegrini; e che il confine con il Comune di Pontremoli era qualche miglio più in su, nella valle del Caprio, ed era ben fortificato: una nuova torre era stata costruita anche a Monte Castello. L'imperatore giunto sull'Apennino, vedendo quelle terre boscose, inadatte all'agricoltura ed all'allevamento, chiese al marchese Malaspina di quale proventi vivesse il marchesato, ed egli fece capire che la porta dell'Apennino era diventata una barriera doganale dove si riscuotevano i pedaggi o le gabelle dai mercanti che dovevano percorrere la via Francigena con i muli carichi di preziose merci.